Ecce mulier

tecnica mista su cartone
cm 50 x 70
2006



Se pure, se pure il vento avesse una misura, che mistero sarebbe; se una linea ci fosse per il perimetro di un sogno, se le finestre che sfuggono al giorno sapessero trafiggersi delle spade del mio cuore per non morire, e se l’incoscienza vermiglia di un pianeta riuscisse a piangere i silenzi che perderà nel tempo, che mistero sarebbe; e una creatura sbucata da un saluto, se mille e più ne sbucheranno ancora da un insulto; ed una madre antica che tremò la vita senza il sorriso di una provetta, ed un bambino che nel tempio raccontava soltanto la saggezza profonda dei bambini. Quale mistero è il viaggio della croce  davanti al viaggio nostro senza orario, senza percorso o approdo, al viaggio che interrompe all’improvviso persino il desiderio del dolore e dell’ascesa verso la vetta di tutti i mali. Ma che mistero può essere la luce che stana l’occhio glauco di un sepolcro di fronte al raggio lungo che divide senza tagliare; e le lingue così avide del fuoco sulle distanze ardite come le dita sui nostri bytes. Cos’è mistero se chiara è la grandezza che sovrasta la mia grandezza d’uomo, e la forza che mi pervade e l’energia che pulsa nella mia mente il sangue tutto dell’universo.
  Sei Tu mistero, Dio che non vuoi dirmi, o io, ché non capisco la Tua mania.

                     Anna R. G. Rivelli