anni '60

Gli anni '60 sono gli anni della formazione artistica di Giovanni Cafarelli che frequenta prima il liceo artistico di Salerno e poi l'Accademia di Belle Arti di Napoli e di Roma. I suoi maestri sono Carlo Alfano, Enrico Bugli, Giuseppe Capogrossi e Toti Scialoia.
In questi anni si dedica con particolare impegno all'attività politico-culturale, attraverso un gruppo teatrale di avanguardia, il "White Theatre", da lui setsso fondato. Con tale gruppo realizza numerosi happening e installazioni in scuole occupate, centri sociali, fabbriche e siti urbani. Particolare interesse egli dedica in questi anni anche alla poesia visiva.















































Nel lontano maggio 1969, in una notte di inoltrata primavera,  i ruderi del castello federiciano di Brindisi Montagna si animarono all'improvviso di una luce misteriosa, sbigottendo gli abitanti del borgo che a quel palazzo avevano sempre guardato come ad un dignitoso e regale antenato ormai condannato ad un esilio di inerzia e di silenzio. L'"incendio" delle stanze animò il buio, la corte del re dopo secoli riprese a danzare e versi e versi forse inascoltati si rovesciavano sulla montagna come acqua di fonte che dissetava l'angoscia dell'abbandono. Il re, forse il re in persona, di ritorno dalla caccia sorvegliava le assenze del paese che era stato e voleva essere ancora suo. Accorrevano intimoriti, smarriti, curiosi i brindisini ignari del come, del quando, del cosa stesse accadendo in quel frangente di ritrovato Medioevo, in quella vita riesplosa per miracolo o per sortilegio. Anime, fantasmi ed ombre popolarono le paure di quell'angolo di mondo in una sera lontana di maggio. Il maresciallo intrepido si avviò al monte, là per il sentiero ripido, dentro quell'inatteso sfolgorio. Non fece in tempo ad arrivare in cima... all'improvviso fu nuovamente il buio. E le dame? E i cavalieri? E Federico e le sue cacce? Ed i fantasmi e le anime del castello? Tutto era buio e tutto era silenzio. Ma tutto restò luce per sempre. 
                          Anna R. G. Rivelli  


A distanza di quasi quarant'anni, il miracolo  di "preveggenza" dell'artista sembra essersi concretizzato nel destino di protagonista che per il castello di Brindisi Montagna si è relizzato con il cinespettacolo della Grancia.
In quel lontano mese di maggio 1969,  il giovanissimo artista Giovanni Cafarelli mise quasi in scena una premonizione che, con altri mezzi e con altri scopi, in un futuro allora inimmaginabile avrebbe nuovamente acceso nella notte quel medesimo antichissimo castello. All'epoca, il  giornalista Rocco Brancati  annotava sul suo taccuino l'evento a cui stava assistendo, mentre  Antonio Pisani, reporter per passione,  imprimeva sulla pellicola della sua reflex le immagini  che sono rimaste a narrare questa storia; entrambi testimoni ai piedi del monte, entrambi giovanissimi, entrambi, come tutti, ignari del fatto che in quel momento, quasi per gioco, si stava scrivendo una pagina struggente della storia di un piccolo borgo lucano.