Cuore futuro (o del palpito atemporale sui crinali del vento)


Tecnica mista su tela cm 165 x 155
2012


Un territorio non ha passato né presente; un territorio è il continuum della sua storia, delle sue trasformazioni, delle genti che l’hanno conquistato, abitato, abbandonato. Una regione è la sua terra e il suo cielo; la sua sola fisionomia è quel palpito che l’attraversa e che non può essere perduto senza che si distruggano contemporaneamente tutte le dimensioni del suo tempo.
E’ questo che intende rappresentare l’opera di Giovanni Cafarelli “Cuore futuro”, non il volto di una regione bensì il suo spirito, quell’anima che la caratterizza a partire dalla profondità delle sue viscere fino a giungere alla linea che sfiora il cielo, a quell’orizzonte su cui il vento può dialogare indifferentemente con le cime dei boschi o con le torri eoliche, se le “parole” di quel dialogo sono parole di rispetto e di amore.
Il rosso è metafora dell’esistenza, è il sangue che fluisce caldo a portare la vita, ma anche quello che sgorga copioso da una terra troppe volte ferita. Rosso è il gusto dei frutti morsi che hanno il sapore di tempi e di luoghi che non smettono mai di appartenerci. Il giallo ocre è la terra, è l’ossatura aspra dei calanchi, ma anche l’oro morbido delle sabbie che lottano contro le acque rapaci. Perché la Basilicata non è una macchia informe sulle mappe d’Italia; è un’impronta definita di storia, è il cuore futuro del Sud.

                   Anna R.G. Rivelli