Mentre l'informazione legata alla cronaca va via via sostanziando il proprio privilegiato canala di comunicazione nell'immediatezza del mezzo televisivo e radiofonico, la riflessione dimensiona un suo spazio che tende all'autonomia dalle opinioni dominanti e dalle regole del mercato. Lo strumento adoperato per porre in essere la riflessione diviene quindi sempre più quello della carta stampata, mentre la veste che essa assume è quella della rivista specialistica , ad ampio formato, e destinata ad arricchire il patrimonio bibliotecario di ogni casa.
Questa, in pratica, la motivazione generale per chi si domandasse il perché di un'altra rivista nel già nutrito mondo dei mass-media. Esistono poi le motivazioni di carattere particolare. "Perimetro" vuole essere una voce che urla nel deserto delle confusioni a testimoniare una volontà di presenza fattiva da parte di un gruppo eterogeneo di artisti, letterati ed operatori culturali che condividono insieme le stesse esigenze e le identiche aspettative in una realtà, quella di provincia, che diviene oggi sempre più emergente. E' quindi "Perimetro" un doppio strumento di travaso, come qualcuno ha detto, o se vogliamo è una membrana che funziona a fasi alterne sospingendo, prima da una parte e poi dall'altra, quelle che sono le testimonianze e le esperienze della vivace realtà culturale lucana e della già facente metodo e modello culturale nazionale delle metropoli e delle capitali del pensiero e della politica.
Occorre ora chiarire cosa c'è dietro "Perimetro". Dietro "Perimetro" sono nuove certezze e logiche disuse, sono forme eleganti e dall'incedere pomposo, sono una tela, una nota del pentagramma, un fotogramma, decine di versi, abili scansioni poetiche ed estetiche, ed ancora sono una architettura barocca o rococò, un itinerario con cento e una tappa nel deviante e nella follia liberale, e poi infine sono un tocco di genuinità ed uno slancio di unità e concordia, insomma un gruppo: Collettivo Arti Visive Quinta Generazione.
E' chiaro allora che "perimetro" è espressione sincera di un gruppo di operatori culturali che intendono calcare, da protagonisti attenti, una storia diversa e tutta protesa verso sempre nuovi spasimi di creatività.
A questo punto c'è ancora da domandarsi: con quali progetti nasce questa rivista? Forse con ambizioni velleitarie da estinguere a tutti i costi o forse con un desiderio di proposizione totale di alcune individualità al semplice scopo di concretizzare nuovi miti, trasandate chimere di intellettualismi stantii od anche forse col fine di giungere a non dichiarati e novelli organismi di potere? Nulla di tutto questo! "Perimetro" vuole semplicemente essere uno strumento di dibattito culturale, non riproponendo abili cliché dalla efficacia scontata, ma tentando di porre un attimo di chiarezza e di riflessione nelle vie creative della sperimentazione, dello studio e della ricerca, ed ancora delle eterne e inviolabili avanguardie.
E veniamo allo spazio che "Perimetro" intende guadagnarsi. Il desiderio è quello di darsi autonomia favorendo il decadimento delle logiche obsolete. Ed allora? Per fare questo non si ricorre a compromessi, ma ad estreme coerenze che mai rasentano però la rigidità inobiettiva, ed ancora per giungere a questa maniera sul come rapportarsi alla cultura si determina già una autonomia del mercato, dal giudizio di opinione e dalle mode. Questo chiarimento nell'ottica dell'autonomia nell'autogestione, dell'autonomia nella autonomia che senza mai fine giungerà ad abbattere le oleografie correnti sul modo di fare cultura e sulla figura di chi si muove per fruire o per farla fruire.
Per questa ragione "Perimetro" è a disposizione di tutti coloro che vogliono portare un contributo al dibattitto culturale.
Giovanni Cafarelli
Collettivo Arti Visive Quinta Generazione
(Editoriale del n1 di Perimetro - 8 giugno 1984)
inserto al n.1 di Perimetro |
inserto al n.2 di Perimetro |
inserto al n.5 di Perimetro |
Speciale Perimetro |
Speciale Perimetro |
Speciale Perimetro |
Speciale Perimetro |
Perimetro: trimestrale di arte contemporanea edito dal Collettivo Arti Visive di Potenza
Direttore: Giovanni Cafarelli
Direttore responsabile: Rino Cardone
Hanno fatto parte del comitato di redazione: Daniele Giancane, Felice Lovisco, Raffaele Nigro, Bernardo Panella, Marco Santoro, Nicola Tedeschi.
Progetto grafico: Ernesto Manzolillo (prima annualità) e Arcangelo Moles ( seconda annualità)
Hanno collaborato con Perimetro: Lino Angiulli, Biagio Balistreri, Enzo Battarra, Carlo Belli, Massimo Bignardi, Palma Bucarelli, Domenico Cara, Manuela Crescentini, Enrico Crispolti, Gianni Custodero, Bruno D'Amore, Mario De Micheli, Lia De Venere, Gillo Dorfles, Santa Fizzarotti, Luigi Lambertini, Leonardo Mancino, Franco Manescalchi, Pietro Marini, Filiberto Menna, Bruno Munari, Raffaele Nigro, Angela Noia Villa, Pierre Restany, Leonardo Sebastio.
Tra le tante testimonianze di stima e di incoraggiamento giunte alla redazione di Perimetro all'indomani dell'uscita del primo numero, quelle di Filiberto Menna, Bruno Zevi, Franco Solmi, Bruno D'Amore, Paolo Fossati.
Filiberto Menna
Franco Solmi
Bruno D'Amore
"Gentile Cafarelli, le sono grato per avermi inviato la vostra rivista che ho apprezzato. Vi auguro il più cordiale buon lavoro.
Paolo Fossati
"Ho ricevuto il primo numero di Perimetro. Esprimo a lei e ai suoi collaboratori il mio plauso e l'augurio del massimo successo..."
Bruno Zevi
Il sogno di Perimetro dura circa due anni, prima di essere travolto dalle difficoltà economiche e dalla sordità delle Istituzioni che non ebbero allora la disponibilità o, forse, la capacità di cogliere il senso e la portata di questa iniziativa che era riuscita a creare un rapporto osmotico tra la cultura della provincia e quella del resto del Paese. Malgrado ciò, Perimetro ha segnato una tappa importante nella storia culturale della Basilicata, perché è stato in quegli anni il simbolo dell'emancipazione culturale del territorio lucano e della sua grande capacità di porsi in modo autonomo quale punto di riferimento tutt'altro che marginale per l'intero Paese.
Alla pubblicazione della rivista Perimetro si affianca negli stessi anni un'intensa attività galleristica dell'Associazione Arti Visive Quinta Generazione. Tale attività, che si ubicava nella Galleria Arti Visive di viale Marconi n.107 a Potenza, intendeva realizzare quel processo di interscambio tra la realtà regionale e quella nazionale che era uno degli obiettivi principali di Perimetro. L'attività galleristica dura all'incirca un decennio, riuscendo a sopravvivere alla rivista e proponendo la Basilicata a numerosissimi artisti e numerosissimi artisti alla Basilicata.
Contrariamente però a quanto avviene con Perimetro, come si è detto sacrificato alle difficoltà economiche, l'attività espositiva della Galleria Arti Visive cessa nel 1999 solo quando l'obiettivo risultò raggiunto: gli artisti lucani si inserivano ormai a pieno titolo nel panorama nazionale e la galleria, nata come fenomeno autogestito dagli artisti, non aveva più ragione d'essere.
Ricordiamo di seguito alcuni tra i numerosi allestimenti espositivi.
Mostra tripersonale degli artisti Cafarelli, Lovisco, Santoro, fondatori dell'Associazione Arti Visive Quinta Generazione, 18 - 28 dicembre 1982
Mostra del gruppo AM (Bizzarri, Gigli, Mengolini, Persiani, Vancheri), 19 maggio-3 giugno 1983
Mostra personale di mail art di Marco Santoro, 5-11 giugno 1983
Mostra personale di Bruno Gandola. 11 giugno-3 luglio 1983
Mostra personale di grafica degli artisti di Via Sette Dolori di Matera, novembre 1983
Mostra personale di Costantin Udroiu, 12 dicembre 1983 -3 gennaio 1984
Mostra personale di Gerardo Cosenza, 16-20 gennaio 1984
Mostra personale di Salvatore Lovaglio, gennaio 1984
Mostra personale di Salvatore Comminiello, gennaio 1984
Mostra personale di Felice Lovisco, 20-11 gennaio 1984
Mostra fotografica di Pietro Melecchi, 3-15 aprile 1984
Mostra personale di Roberta Filippi, 8-21 novemnre 1984
Mostra bipersonale di Bova e Ferraro, 22-30 novembre 1984
Mostra personale di Naoya Takahara, 8 giugno 1985
Mostra personale di Luigi Lapetina, 9-31 gennaio 1986
Mostra personale di Spina, 15 maggio 1986
Mostra personale di Barile, Ciliento, Telesca, maggio 1986
L'Associazione Arti Visive è stata fondata dagli artisti Giovanni Cafarelli, Felice Lovisco e Marco Santoro. Successivamente si aggiunsero gli artisti Rino Cardone (poeta), Arcangelo Moles, Salvatore Comminiello e Gerardo Cosenza e tutti ebbero un ruolo importante sia nell'attività editoriale che in quella galleristica.